Perché si chiama così e perché (quasi sempre) va tolto?
I denti del giudizio: solo a nominarli, molte persone iniziano a sentire un leggero fastidio in fondo alla bocca. E non a torto. Sono tra gli elementi più misteriosi (e spesso problematici) dell’intera arcata dentale. Ma da dove arriva il loro nome? E perché così spesso i dentisti consigliano di rimuoverli? In questo articolo, proveremo a rispondere in modo chiaro, semplice e con un pizzico di curiosità.
Un nome curioso: cosa c’entra il giudizio?
Il nome “dente del giudizio” non ha nulla a che fare con tribunali o sentenze, ma con l’età in cui questi denti fanno la loro comparsa. I terzi molari, infatti, spuntano generalmente tra i 17 e i 25 anni, un periodo tradizionalmente associato all’ingresso nella maturità. In molte culture, questa fase della vita è legata alla nascita del “giudizio” inteso come consapevolezza, discernimento, responsabilità. Da qui il nome.
Il termine ha radici antiche: in latino venivano chiamati dentes sapientiae, ovvero denti della saggezza. Lo stesso concetto si ritrova in diverse lingue: in inglese sono i wisdom teeth, in spagnolo muelas del juicio. Insomma, un po’ ovunque si pensa che, quando spuntano, dovremmo essere ormai abbastanza saggi per prendercene cura.
Un ospite scomodo (ma non sempre)
I denti del giudizio sono quattro (due superiori e due inferiori) e si trovano all’estremità dell’arcata dentale. In teoria, sono molari come gli altri, ma nella pratica… spesso causano problemi. Perché?
1. Mancanza di spazio
Con l’evoluzione, la nostra mandibola si è ristretta: mangiamo cibi più morbidi, usiamo posate, e quindi non abbiamo più bisogno di una mascella così robusta. Risultato? I denti del giudizio si trovano spesso senza lo spazio necessario per erompere correttamente.
2. Posizione anomala
Molti terzi molari crescono in posizioni scorrette: inclinati, orizzontali, o addirittura intrappolati sotto gengive e osso (si parla in questi casi di denti “inclusi”). Questo può provocare:
- Dolore
- Infiammazioni gengivali (pericoronite)
- Infezioni
- Spostamento degli altri denti
3. Igiene difficile
Essendo in fondo alla bocca, i denti del giudizio sono difficili da pulire. Accumulano facilmente placca e batteri, diventando bersaglio di carie e infezioni.
Ma vanno sempre tolti?
La risposta è: non sempre. Se i denti del giudizio sono ben posizionati, completamente erotti, sani e facilmente igienizzabili, non c’è motivo di rimuoverli. Tuttavia, quando causano (o potrebbero causare) complicazioni, il dentista può consigliare l’estrazione, a volte anche in via preventiva.
L’estrazione è oggi un intervento di routine, eseguito in anestesia locale e con tecniche minimamente invasive. In alcuni casi più complessi, ad esempio con denti inclusi in profondità, si può ricorrere a una chirurgia odontoiatrica più strutturata, sempre in ambiente controllato e sicuro.
Cosa dice la scienza?
Secondo le linee guida di numerose associazioni odontoiatriche internazionali la rimozione dei denti del giudizio è consigliata in presenza di:
- Infezioni o infiammazioni ricorrenti
- Presenza di cisti o danni ai denti adiacenti
- Mancanza di spazio
- Difficoltà nell’igiene
- Ortodonzia in corso o pianificata
Una leggenda… moderna
Anche se la loro storia ha radici antiche, i denti del giudizio sono diventati protagonisti di tante conversazioni moderne: da chi ne racconta l’estrazione come un rito di passaggio, a chi approfitta dell’intervento per una pausa dal lavoro a base di gelato e serie TV.
In ogni caso, parlarne con il proprio dentista è sempre la scelta giusta. Una radiografia panoramica può aiutare a capire la posizione dei denti del giudizio e valutare se lasciarli tranquilli… o accompagnarli gentilmente all’uscita.
Hai qualche dubbio sui tuoi denti del giudizio? Ti fanno male o vuoi solo sapere se stanno crescendo nel modo giusto? Vieni a trovarci: saremo felici di darti un parere chiaro, professionale e, perché no, anche rassicurante.